30 Settembre 2015
Prosegue il progetto “Per un distacco equo e responsabile”
Il 7 e l’8 settembre scorsi si è svolto a Varsavia l’ultimo incontro dell’anno relativo al progetto promosso ed organizzato dal sindacato edile francese FNSCBA CGT, finanziato dall’Unione Europea, ristretto in quest’ultima occasione ad un membro sindacale ed ispettivo per ciascuno dei Paesi partecipanti.
L’obiettivo dell’incontro è consistito nell’illustrazione delle principali questioni riferite al distacco dei lavoratori polacchi negli altri Paesi europei e nell’analisi delle loro condizioni in Polonia, ove scontano le non poche difficoltà delle associazioni sindacali nel rappresentare ed organizzare la forza lavoro inviata in Europa: tale situazione, unita al minore costo della vita, può probabilmente rappresentare una delle leve competitive di cui diverse aziende polacche si avvalgono per offrire prestazioni di servizi che, tuttavia, spesso realizzano fattispecie di concorrenza sleale in danno delle aziende del Paese ospitante.
Come riconosciuto dal rappresentante dell’organizzazione Budowlani intervenuto al seminario, la debolezza sindacale, generata, a decorrere dagli anni 1990, dall’abdicazione della contrattazione negoziale in favore della sola fonte regolatrice formale, consiste in una frantumazione rappresentativa dovuta, in estrema sintesi, al criterio di rappresentatività aziendale: infatti, non esistendo in Polonia nel settore edile il contratto collettivo nazionale di lavoro e non essendo necessaria la rappresentanza sindacale per le “microimprese”, il datore di lavoro che occupa fino a 9 dipendenti può rifiutarsi di stipulare accordi aziendali con le organizzazioni sindacali. Il paradosso che ne deriva consiste nella carenza di rappresentanza sindacale nelle imprese di tali dimensioni che, a sua volta, non suscitando interesse nei lavoratori ad iscriversi ad un sindacato che non può rappresentarli, indebolisce ulteriormente la compagine organizzativa dei lavoratori.
Un’ulteriore difficoltà è rappresentata dalla presenza di lavoratori falsamente autonomi – che costituiscono la quasi totalità delle aziende edili polacche – i quali, oltre a non esser obbligati a seguire corsi di formazione e prevenzione sulla sicurezza nei cantieri, non sono iscritti al sindacato; altresì, sottoscrivendo contratti di prestazioni d’opera e/o servizi regolati dal codice del commercio polacco piuttosto che da quello del lavoro, risultano sprovvisti della tutela accordata dalla normativa al dipendente a tempo indeterminato. Peraltro, la circostanza per cui le aziende polacche – per lo più “microimprese” o formate da lavoratori falsamente autonomi – sono inserite nei subappalti, ne riduce il potere negoziale, causando l’ulteriore problema del sottoinquadramento di figure e competenze professionali al contrario molto qualificate, che il sindacato polacco cerca di affrontare e ridurre con il progetto Leonardo da Vinci, volto proprio al riconoscimento anche nel Paese di invio della qualifica posseduta dal prestatore nel proprio Paese.
Il seminario è quindi proseguito con l’illustrazione di un altro progetto, Faire Mobilitat, avviato nel 2011, finanziato dal Ministero del lavoro tedesco e dal Fondo sociale europeo, per combattere lo sfruttamento dei lavoratori mobili in Germania del Nord, per la maggior parte polacchi, nei settori dell’edilizia e della macellazione e lavorazione della carne. Il progetto, che mira ad informare i lavoratori ed i sindacati tedeschi sulla condizione dei prestatori di lavoro polacchi, ad intensificare la cooperazione e lo scambio di informazioni, nonché a partecipare al dibattito pubblico per aumentare le tutele dei lavoratori distaccati in Germania, ha aperto consultori in diverse città tedesche (Francoforte, Berlino, Amburgo, Monaco, Stoccarda e Dortmund), specializzati per settori e pronti a fornire informazioni nella lingua madre del lavoratore. Tuttavia, l’obiettivo principale dei consultori riposa sull’affiancamento, assistenza e rappresentanza del lavoratore nella controversia che viene avviata – e conclusa positivamente nella maggioranza dei casi in via stragiudiziale – in Germania, coinvolgendo il committente, chiamato a rispondere in solido degli inadempimenti datoriali, per lo più concretantesi in sottoinquadramento, parziale saldo delle retribuzioni, ore effettivamente lavorate superiori a quelle indicate nella busta paga.
Un altro progetto condiviso nel corso del seminario è stato presentato dal sindacato cristiano belga e denominato Poolshoogte, attivo dal 2005 tramite volontari ed organizzatosi dal 2007 in dipartimenti strutturati per settori produttivi, in grado di fornire informazioni ed assistenza nella lingua del lavoratore. Tale progetto ha permesso la sottoscrizione di protocolli di cooperazione con le autorità e le organizzazioni sindacali dei Paesi di invio dei lavoratori, nonché la possibilità di rappresentare questi ultimi davanti all’autorità giudiziaria belga, previa iscrizione al sindacato del Paese di invio ovvero ospitante.
Infine, la bontà del presente progetto di creazione di una rete di condivisione fra le organizzazioni sindacali europee ha avuto concreta realizzazione nella cooperazione operata dalla CGT e dalla Fillea Cgil, con riferimento alla richiesta di regolarizzazione di buste paga di una ventina di lavoratori rumeni assunti da un’azienda italiana e distaccati presso il rigassificatore di Dunkerque: in questo caso, quindi, la possibilità di un fattivo confronto tra i membri delle organizzazioni sindacali, la facilitazione dovuta alla mediazione linguistica ed i chiarimenti sulla normativa in tema di buste paga, hanno permesso al sindacato francese di rappresentare i lavoratori rumeni e di tentare la via della soluzione bonaria della questione con l’appaltatore principale ed il datore di lavoro, invocando la responsabilità solidale negli appalti, che sempre più in casi del genere esprime la sua efficacia dissuasiva rispetto a comportamenti elusivi della normativa comunitaria.
Il dato giuridico conclusivo del seminario ha riguardato i certificati A1, spesso utilizzati per realizzare la frode nel distacco con conseguente compressione dei diritti previdenziali e sociali dei lavoratori distaccati: nel corso del seminario che si svolgerà a Lisbona nel gennaio 2016 verrà affrontato il problema della frode e delle sue possibili manifestazioni, analizzando altresì l’opportunità, avanzata dal sindacato belga, di integrare il certificato A1 – quantomeno per i distacchi di una certa durata – con la tariffa oraria minima applicata nel Paese di invio, sì da permettere al lavoratore distaccato di ricevere un trattamento contributivo corrispondente a quanto percepito a titolo di retribuzione nel Paese ospitante.
Giovanna Carosielli
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