22 Aprile 2014
Distacco dei lavoratori comunitari
Tre giorni di full immersion in Chambéry
(8 – 10 Aprile 2014)
di Dario Messineo
La partecipazione alla full immersion del progetto europeo “Learning by Doing” sul distacco trasnazionale mi ha dato la possibilità di osservare da vicino non solo l’organizzazione delle strutture ispettive francesi, ma anche le modalità operative utilizzate, in concreto, dagli ispettori nelle aziende. In particolare è stato possibile partecipare all’ispezione in un cantiere edile e alcuni esercizi commerciali insieme con l’ispettorato del lavoro (DIRECCTE) con l’ausilio della Polizia delle Frontiere (PAF) e l’autorità del controllo della concorrenza e delle frodi (CCRF), con l’ente che si occupa della sicurezza sociale (URSSAF: Ente per la riscossione della sicurezza sociale e degli assegni familiari). Nei giorni di permanenza a Chambery ho altresì avuto modo di conoscere più approfonditamente le strutture e le finalità della Polizia delle frontiere e dell’URSSAF e di conoscere direttamente coloro i quali dirigono le strutture territoriali dei rispettivi organi. Inoltre mi è stata data la possibilità di approfondire la conoscenza sulle modalità di monitoraggio dei distacchi e le misure messe in campo per controllarne la genuinità e regolarità.
L’attività svolta sul campo ha permesso, inoltre, di verificare la concreta operatività degli organi ispettivi nella ricerca del lavoro illegale e la capacità di realizzare obiettivi comuni. Il lavoro in staff richiede preliminarmente una buona capacità di coordinamento tra le forze in campo e costituisce una prima criticità per un qualsiasi programma ispettivo volto a riscontrare lavoro illegale, compresi eventuali distacchi illegittimi. Le competenze diverse e le diverse modalità di lavoro possono costituire una criticità in un approccio coordinato tra le diverse forze e pertanto occorre trasformare questa opportunità in una occasione per incrementare le capacità investigative e migliorare le performance di tutti i soggetti interessati anche se nella diversità delle specifiche competenze.
La Polizia delle frontiere, che si occupa, principalmente di lavoro illegale, ha un ruolo importante per intervenire nelle aree sensibili e identificare il personale presente, evitando possibili fughe di lavoratori e permettere una tutela capillare del territorio.
La DIRECCTE, in forza della competenza estesa in materia di lavoro, salute igiene e sicurezza ha una capacità di intervento molto vasta, e non disdegna l’informazione, e la consulenza. Ciò permette un controllo continuo delle aziende attraverso poteri ispettivi che vanno dalle raccomandazioni all’applicazioni di sanzioni, più gravi, di carattere amministrativo (ci sono diverse classi di sanzioni che vanno dalla prima alla quinta) e penale compresa la sospensione dei cantieri che ricorre nelle ipotesi di maggiore gravità.
In particolare si può annotare che la permanenza di obblighi quali il registro di lavoro in azienda o la presenza della tabella dell’orario di lavoro sono considerate non come un ostacolo all’attività produttiva ma come una buona occasione per una verifica immediata che consente agli organi di controllo accertamenti mordi e fuggi senza la necessità di appesantimenti di oneri ispettivi successivi all’accesso in azienda.
La competenza in materia di lavoro illegale e anche in materia di distacchi riguarda anche l’URSSAF che si occupa principalmente di verificare che il regime previdenziale contributivo ed assistenziale sia quello del Paese di invio del lavoratore (Art. 14 Reg CEE n. 1408/1971 – art. 12 Regolamento CEE n. 883/2004) fermo restando che la retribuzione viene determinata secondo il principio di parità di trattamento. L’URSSAF ha anche il compito di ricevere e verificare il formulario di distacco (modello A1, ex E101). Le retribuzioni corrisposte illegalmente sul territorio sono considerate come non dichiarate con tutte le conseguenze civili e penali per le aziende.
In materia di distacco le attività della DIRECCTE sono rivolte, in prima battuta, al monitoraggio delle comunicazioni di distacco delle aziende straniere. Sembra che la comunicazione sia fatta da quasi tutte le aziende. Le criticità invece riguardano la regolarità dei distacchi e la necessità di approntare misure sanzionatorie adeguate che possano contrastare distacchi illegittimi di lavoratori abbassando le tutele del lavoro nei singoli paesi. È stato inoltre osservato che le aziende europee distaccano lavoratori di altre nazionalità e i casi di irregolarità di Aziende di somministrazione inglesi che distaccano lavoratori nelle stazioni sciistiche senza il possesso delle qualifiche necessarie ad operare in Francia.
Le criticità si potrebbero riassumere nei seguenti punti:
- Possibilità di adeguare le sanzioni alla necessità di perseguire efficacemente abusi nei distacchi di aziende.
- Rispetto del principio di parità di trattamento complessivo (comprensivo di scatti di anzianità, tariffe maggiorate per lavoro straordinario, qualsiasi erogazione patrimoniale) rispetto al luogo di esecuzione della prestazione lavorativa.
- Effettività delle sanzioni in maniera tale che le aziende sanzionate in un paese estero possano effettivamente scontare la sanzione impartita.
- Solidarietà dell’impresa committente, nell’ipotesi di mancata copertura retributiva fornita ai lavoratori (In Italia ciò è permesso dall’applicazione dell’art. 3 comma 3 del d.lgs. 72/200 e dall’art. 29 comma 2 del d.lgs. 276/2003 sulla base dell’interpello 33/2010 del 12/10/2010).
- Necessità di una protezione adeguata per i lavoratori distaccati nelle ipotesi “patologiche” in cui l’azienda distaccante non esista o sparisca.
In quest’ambito si ritiene altrettanto importante la messa in campo di best practices come:
- Centri di collegamento come quelli sorti tra Francia, Italia, Germania, Lussemburgo e Belgio.
- Attività di intelligence preventiva nell’ipotesi di grandi opere e accordi tra le autorità di controllo con verifica preventiva dei contratti applicabili per stabilire le regole comuni (Torino – Lione).
- Collaborazione tra tutte le autorità di controllo ispettivo per una verifica coordinata dei distacchi in più paesi nelle ipotesi in cui si ravvisino forme “patologiche” di inesistenza giuridica dell’azienda o di contratti irregolari (lavoro autonomo che viene dichiarato come subordinato).
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